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v.659 libro nono 229

Trovin dunque di Giove oggi le figlie
Appo te quell’onor ch’anco de’ forti660
Piega le menti. Se al tuo piè di molti
Doni l’offerta non mettesse Atride
Coll’impromessa di molt’altri poscia,
E persistesse in suo rancor, non io
T’esorterei di por giù l’ira, e all’uopo665
Degli Achivi volar, comunque afflitti;
Ma molti di presente egli ne porge,
Ed altri poi ne profferisce, e i duci
Miglior trascelti tra gli Achei t’invía,
E a te stesso i più cari a supplicarti.670
Non disprezzarne la venuta e i preghi,
Onde l’ira, che pria giusta pur era,
Non torni ingiusta. Degli andati eroi
Somma laude fu questa, allor che grave
Li possedea corruccio, alle preghiere675
Placarsi, nè sdegnar supplici doni.
   Opportuno sovviemmi un fatto antico,
Che quale avvenne io qui fra tutti amici
Narrerò. Combattean ferocemente
Con gli Etóli i Cureti anzi alle mura680
Di Calidone, ad espugnarla questi,
A difenderla quelli; e gli uni e gli altri,
Gente d’alto valor, con mutue stragi
Si distruggean. Commossa avea tal guerra
Di Dïana uno sdegno, e del suo sdegno685
Fu la cagione Enéo che, de’ suoi campi
Terminata la messe, e offerti ai numi
I consueti sacrifici, sola
(Fosse spregio od obblío) lasciato avea
Senza offerte la Diva. Ella di questo690
Altamente adirata un fero spinse
Cinghial d’Enéo ne’ campi, che tremendo