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il vicario di wakefield. |
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volta in tutti i romanzi della terra non troverai due amanti che abbiano così in un baleno assodata la loro amicizia com’io e ’l vecchio. Si parlò di diversi soggetti: da prima e’ mi sembrò più divoto che dotto; e cominciai a credere ch’egli non facesse conto veruno delle umane dottrine come d’inezie: nè io lo stimava meno per questo, già tempo accolta avendo io pure in segreto una tale sentenza. Però presi a dire che il mondo in generale era da biasimarsi perchè mostrava una supina indifferenza per ciò che fosse dottrina, correndo dietro con eccessivo amore alle speculazioni umane. Ed egli, quasi avesse riserbato per quell’istante tutto il sapere, rispose: “Bene sta; il mondo vaneggia: e la cosmogonia, o vogliam dire il sistema della forinazione dell’Universo, ha imbarazzati i filosofi d’ogni secolo. Qual guazzabuglio d’opinioni non hanno eglino disseminate intorno alla creazione del mondo! Sanconiatone, Maneto, Beroso e Ocello Lucano si stillarono su di ciò invanamente il cervello. L’ultimo ha queste parole, anarkon ara kai ateleutaion to pan, le quali significano che tutte le cose non hanno nè principio nè fine. Anche Maneto che fiorì a’ tempi di Nebuchadon-Asser o in quel torno; Asser è una parola Siriaca che si aggiunge comunemente al nome dei re di quella contrada, come Teglat Phael-Asser, Nabon-Asser e così via; Maneto, dico, fece una congettura che torna in assurdo; perchè dicendo noi d’ordinario ek to biblion kubernetes, cioè i libri non istruiranno mai il mondo, egli s’ingegnò di investigare.... Ma vi domando scusa; io svio troppo le mie parole dalla quistione.” E di vero egli era fuor del seminato; nè io sapeva per niun verso indovinare come si affacesse la creazione del mondo al mio tema; ma ciò bastava per darmi a divedere ch’egli era un letterato, e rendermelo più riverito. Mi venne talento di porlo a paragone; ma egli era troppo umile e di gentili maniere, per lo che schifava di contendere meco e di vincermi. Ogni volta che io inframmettessi nel dialogo alcuna os-