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68 | il vicario di wakefield. |
Roach; e a me non permettendo li poveretti occhi miei di scrivere io di mia mano, sono stata alquanto di tempo alle vedette per trovarne un’altra. Ma una persona a dovere non è si tosto rinvenuta; e di vero trenta lire all’anno sono magro stipendio per una zitella ben educata, di savie maniere e che sappia leggere, scrivere, e comportarsi civilmente nelle conversazioni. Guarda fin che tu vuoi, fra tutte le cittadinuzze non ve ne ha una da scegliere. — Oibò!
Madamigella. Lo so pur troppo per esperienza; chè delle tre compagne mie di questi sei mesi andati, l’una ricusava di lavorare un’ora il dì; l’altra trovò scarso salario quello di venticinque lire, e la terza fui costretta mandarla pe’ fatti suoi, perchè io teneva sospetto ch’ella avesse alcuna mala pratica col cappellano. La virtù, mia cara Blarney, sì, la virtù vale un tesoro; ma dove trovarla mai? — Oibo!
Mia moglie era stata lungamente in orecchi per udire di ch’elle ragionassero; e l’ultima parte di que’ parlari l’aveva scossa da capo a fondo. Cospetto! trenta lire e venticinque ghinee montavano a cinquantasei lire e cinque soldi di moneta inglese; la qual somma pareva andar mendicando chi l’accogliesse, e si poteva facilmente farla nostra. Per qualche momento ella si affisò a’ miei sguardi a fine d’investigare s’io dava segno d’approvazione; e per dirla schietta, m’era avviso che quegli incarichi si confacessero assai bene alle due figliuole: chè se poi lo scudiero amava proprio la maggiore, quello sarebbe stato a ogni modo il mezzo onde renderla degna di tale fortuna. Però mia moglie deliberò che la troppa timidezza non ci dovesse guastare l’uovo in bocca, e diè principio a un’orazione in favor della famiglia con queste parole: “Io spero che le eccellenze vostre mi perdoneranno tanto ardimento; e davvero noi non abbiamo alcuna ragione per aspirare a così bello onore: ma gli è pure cosa naturale che una madre s’ingegni di mettere in vista i suoi