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66 | il vicario di wakefield. |
Le due gentildonne erano state a casa nostra; e non avendoci trovati, vennero in traccia di noi onde sapere per qual cagione non fosse andata il dì innanzi alla chiesa la mia famiglia, e ne mostravano affanno grande. Olivia fe’ da oratore per noi, e narrò il tutto in compendio con queste parole: “fummo rovesciati da cavallo.” Si turbarono allora le gentildonne, ma sentendo non v’essere stato alcun male, ricomparve sui loro volti l’allegria: poi in udire che per lo spavento quasi tramortimmo, si fecero meste di bel nuovo; e di nuovo esultarono quando dicemmo di aver avuta la buona notte. Le accoglienze per loro ripetute alle mie figliuole furono sommamente amorose; e se le dimostrazioni d’affetto della sera del ballo erano state calde, queste d’oggi erano un fuoco, e palesavano con assai belle parole un gran desiderio di contrarre amicizia più stretta e durevole. Madama Blarney poneva amore particolare in Olivia; e madamigella Carolina Guglielmina Amalia Skeggs (mi piace dir tutto il nome alla distesa) si affezionò di più alla sorella. I discorsi si tennero tra le due nobil donne, e le fanciulle stavano in un lato senza neppur fiatare, ammirandone il molto sapere.
Ogni lettore, per quanto mendico egli sia, è vago di dialoghi signorili e d’istorielle di dame e cavalieri dell’ordine della Giarrettiera; quindi io domando licenza di poter farlo partecipare della conclusione di quei ragionari.
Madamigella Skeggs. Io non so d’altro intorno a questa faccenda, se non che sarà vero o non vero quel che voi dite: s’accerti però Vostra Eccellenza, ed io lo so da poterlo narrare, che tutta la folla era stupefatta. Il viso del cavaliere mutò cento colori in un punto, e la dama fu colta da un deliquio: ma il signor Tomkyn, sfoderata la spada, giurò di volere rimaner suo fino all’ultima stilla di sangue.
Madama Blarney. Ebbene, sappi che la duchessa non