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capitolo settimo. 43

usare indistintamente della ragione. “Benissimo!” esclamò lo scudiero: “in primo luogo dunque tu non mi negherai che esista tutto ciò che esiste, perchè, se tu non me lo concedi, io non posso proseguire.” Diceva Mosè nulla importargli l’accordarglielo: e chiedendo l’altro che in ciò pure egli convenisse, essere la parte minore del tutto, il mio figliuolo come ragionevol cosa l’approvava. “Io spero,” disse lo scudiero, “che tu non negherai inoltre equivalere i tre angoli di un triangolo a due retti.” E Mosè, girando intorno lo sguardo con alquanto sussiego, rispose che nulla vi aveva di più piano. Lo scudiero allora affrettando il discorso replicò: “stabilite queste premesse, io dico che la concatenazione degli enti procedendo in ragione reciproca duplicata, produce naturalmente un dialogismo problematico,1 il quale in certa maniera prova che l’essenza della spiritualità può riferirsi al secondo predicabile.” — “Piano piano,” esclamò l’altro, “io lo nego. Crede ella ch’io voglia così vigliaccamente sommettermi a codeste dottrine eterodosse?” E lo scudiero quasi montando sulle furie: "Che c’è? che c’è? tu non ti vuoi sottomettere? Rispondimi a questa quistione semplicissima: credi tu che Aristotile abbia ragione quando dice che i relativi sono relativi?” — “Gli è fuor di dubbio,” disse l’altro. “Dunque,” continuò lo scudiero, “rispondi direttamente alle mie proposte. Pensi tu che l’investigazione analitica della prima parte del mio entimema sia deficiente secundum quoad, oppure quoad minus? Su su! presto ragioni, ragioni dirette.” — Protestava Mosè di non intender bene la forza del di lui raziocinio; ma che se egli lo avesse ridotto a proposizione semplice, gli pareva di potergli dare una risposta. E lo scudiero gli replicò: “Padron mio, ti fo profondissimo inchino. Tu non hai nè intelletto nè argomenti, nè io te li voglio imboccare. Vanne con Dio,

  1. Ammira bei paroloni del nobil uomo, e com’ei sputa senno. Ma non vi ha penuria di Thornbills anche fuor d’Inghilterra; ed io ne conosco, e n’odo tutto dì — Nota del Casamia.