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capitolo primo. 17

certa dolcezza che vi si riconosceva, una modestia e un non so che di lusinghiero oltre modo. L’una soggiogava con un sol colpo, l’altra con ripetuti assalti.

I costumi nell’animo della femmina per lo più sono foggiati a seconda delle di iei fattezze: la cosa, se non altro, era tale nelle mie figliuole. Olivia era vaga di molti amanti, ed a Sofia bastava d’accalappiarne uno; la prima smaniava sovente per brama di piacere, l’altra soffocava bene spesso l’ottime qualità dello spirito per téma di non riuscire aggradevole. Dalla vivacità dell’una io traeva molto intrattenimento quando mi sentiva di buon umore, e ne’ momenti di malinconia la sensibilità dell’altra m’era assai cara. Ma queste qualità non erano però in nessuna delle due spinte all’eccesso, avendole io vedute scambiarsi a vicenda per tutto un dì il loro carattere. Un po’ d’afflizione trasformava la mia civettina in contegnosa, e un guarnimento nuovo di nastri bastava a dare alla più giovane una vivacità non ordinaria. Giorgio, il maggiore de’ miei maschi, era educato ad Oxford, perchè aveva io destinato lui alle scienze, siccome al commercio l’altro ragazzo Mosè che ebbe in casa un guazzabuglio di educazione. Ma sarebbe inutile il volere descrivere i caratteri particolari di giovinetti che assai poco di mondo avevano veduto; e, per far breve, dirò ch’una somiglianza di famiglia prevaleva in ciascuno, e che, a propriamente parlare, eglino non avevano tutti che un solo carattere, essendo ognuno egualmente generoso, facile a credere, ingenuo ed incapace di far male a chicchessia.