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glielmo vorrà proteggerci; perchè il mio Giorgio è innocente, innocente come un bambino, e non fece mai male ad uom del mondo.”

“Madama,” soggiunse l’onesto signor Guglielmo, “i vostri voti per la salvezza di lui non sono no maggiori de’ miei; ma mi duole di scorgere a sì chiaro indizio manifesta la sua colpa. E se ’l mio nipote persiste....” Ma gli tolse il più dire la venuta di Jenkinson coi due birri, li quali strascinavano dentro un uomo alto della persona, vestito di bei panni, e di figura in tutto corrispondente alla descrizione già data di quel tristo che aveva rapita la mia figliuola. “Eccolo,” esclamò Jenkinson dandogli di pinta vêr noi, “eccolo nel calappio il mascalzone; e se vi ha mai degno candidato per le forche, egli è certo costui cui spetta il capestro.”

Il signor Thornhill, al vedere quel prigioniero e Jenkinson che l’afferrava nel collo, parve far tre passi indietro atterrito. Gli imbiancò subitamente il volto la coscienza del suo delitto; ed ei tentò di spiccare uno scambietto che lo scapolasse. Ma avvedutosi Jenkinson del suo disegno, gli pose la branca addosso e ’l trattenne, gridando; “Or che ha ella, signor scudiero, che fa cotal viso? Le danno vergogna i suoi due buoni amici antichi, Jenkinson e Baxter? Già i gran personaggi sogliono dimenticare sempre così le amicizie loro: ma noi non ci scorderemo no di vossignoria.” E rivolgendosi al signor Guglielmo, “Codesto malandrino,” disse, ch’io qui conduco ha già confessato tutto. Questi è quel tale che si spacciava per ferito mortalmente. Egli dichiara che fu il signor Thornhill quegli che gli mise in campo una tale impresa, che gli prestò gli abiti onde poter fare il signore, e gli pagò la carrozza da posta. S’erano tra di loro a questo accordati: che costui dovesse rapire la fanciulla, menarla in luogo sicuro, ed ivi con minacce spaventarla; e che il signor Thornhill, sopraggiungendo come a caso, dovesse far vista di riscattarla dalle mani del fellone bra-