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AL LETTORE.




In questa operetta vi saranno di mille falli, e con mille ragioni si potrebbe provare che que’ falli sono bellezze; ma la sarebbe fatica perduta. Un libro può essere dilettevole quantunque zeppo d’errori; e tuttochè scevro d’ogni assurdità, e’ può darti noia. L’eroe di questa novella riunisce in sè i tre caratteri più grandi in terra, quello di sacerdote, di agricoltore e di padre di famiglia. Egli è delineato in maniera d’essere pronto a dettare insegnamenti, e facile ad obbedire egli stesso; semplice nella buona fortuna, e pieno di maestà nell’avversa. Nel secolo tutto opulenza e squisitezza in cui viviamo, a chi mai può dar nel genio un carattere di tal natura?

Chi è invaghito del vivere signorile sdegnerà la semplicità di un focolare di contado: chi scambia la ribalderia per bello spirito non troverà alcuna acutezza d’ingegno nella innocente conversazione del curato e chi per instituto disprezza la religione si riderà d’un uomo che deriva ogni più grande conforto dall’idea della vita avvenire.

Oliviero Goldsmith.