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capitolo ventesimonono. 187

rettitudine Iddio proceda, e come egli sia giusto del pari cogl’infelici che coi felici. Al ricco non altrimenti che al povero egli dona su in cielo la medesima beatitudine, e a lui lascia in questo mondo la stessa speranza di ottenerla. Ma se il ricco quaggiù sta a vantaggio del povero pel godimento de’ piaceri terreni, il povero avrà poi l’infinita soddisfazione che per lui nascerà dalla conoscenza de’ passati triboli, quando, coronato dell’eterna felicità, vedralli terminati. E quantunque scarsa utilità volesse alcuno chiamarla, pure interminabile essendo essa, e passeggiero in vece il vantaggio temporale del ricco, la durata di quella compenserà la intensione di questo.

Tali sono le consolazioni particolarmente riserbate all’infelice; e queste lui pongono al di sopra del restante degli uomini a cui egli è per altri motivi inferiore. A voler sapere di qual natura sieno le miserie della povertà, fa d’uopo sofferirla. Però il declamare sui vantaggi temporali de’ poverelli egli è un ripetere ciò che nessuno crede e di che nessuno fa prova. Non è povero l’uomo a cui non mancano le cose necessarie alla vita; ma forza è che colui sia miserabile a cui quelle vengono meno. Miserabili fuor d’ogni dubbio siamo dunque noi, o amici. Nè vale sforzo di viva immaginazione a temperare i bisogni della natura, a rendere soavi i vapori grevi e foschi d’una carcere, a calmare la tempesta d’un cuore angustiato. Gridi pure a sua posta il filosofo dal suo letto sprimacciato, essere queste cose tutte facili a comportarsi. Ahi! che la nostra pena maggiore proviene dallo sforzo istesso con cui ci adoperiamo a tollerarle. La morte è leggier danno che ognuno può sostenere; ma i tormenti sono terribili; e non v’ha uomo che possa durarli.

Però, amici miei, a noi singolarmente devono essere care le promesse della eterna felicità; perchè se le nostre ricompense non stanno che in questa vita, di vero che noi fra gli uomini tutti siamo miserabilissimi. Quand’io giro lo sguardo a questi muri tetri che di prigione ci servono