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capitolo ventesimoprimo. | 135 |
lo scudiero, volere egli in ogni modo essere utile alla nostra famiglia; ma la generosità di lui a quest’ora non si ristrinse a sole impromesse; perchè la mattina ch’io proposi di partire, venne il signor Thornhill nella mia camera con volto esultante ad informarmi di quanto aveva egli operato in favore del suo amico Giorgio. Gli era riuscito di procacciargli grado di alfiere in un reggimento ch’era per andare all’Indie occidentali, e non aveva pattuito che ’l tributo di cento lire, conciossiachè, avuto riguardo all’intercessore, si perdonavano le altre dugento. Disse questo essere poco servigio, pel quale però godeva sommo guiderdone nella cara conoscenza d’aver fatto del bene all’amico; e che se per le cento lire era a noi impossibil cosa lo sborsarle, egli le avrebbe pagate di suo danaro, e gliele avremmo poi a tutta nostra comodità restituite. Mancavano parole per ringraziarlo di tanta cortesia; e datagli tosto una scrittura, la quale mi obbligava alla restituzione delle cento lire, gli manifestai come meglio seppi la mia gratitudine, di maniera che quasi parea ch’io avessi in animo di non gli render più nulla.
Secondando gli avvertimenti del suo generoso padrone, il dì appresso Giorgio doveva avviarsi alla città onde occupare la sua nicchia speditamente, anzi che un altro si presentasse con esibizioni più vantaggiose. La mattina adunque in su l’albeggiare trovossi pronto alla partenza il nostro novello soldato; e di tutti noi egli solo era il non afflitto. Nè le fatiche, nè i pericoli che egli avrebbe incontrati, nè l’abbandono degli amici e della sua amante, chè tale era allora davvero madamigella Wilmot, valsero ad abbattere la franca anima sua. Tolta ch’egli ebbe licenza dalla brigata, io gli donai tutto quanto io mi aveva da potergli dare, la mia benedizione. “Tu te ne corri, figliuol mio,” gli dissi, “a guerreggiare per la tua patria. Sovvengati con che valore combatteva un tempo il tuo avo illustre per la sacra persona del re, allora quando la lealtà era virtù tra i Britanni. Vanne, e imitalo in tutto