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capitolo decimosesto. 93

micolino di sale in zucca voleva essere ritratta a quel modo. Non tornandoci in mente così su due piedi un soggetto che solleticasse abbastanza, ci contentammo di tante figure istoriche indipendenti l’una dall’altra. Mia moglie bramò d’essere rappresentata come una Venere, e fu pregato il pittore di non andare avaro di gemme intorno al capo e sul petto. I due ragazzini dovevano fingere, l’uno a destra e l’altro a man manca, due amorini; ed io dinanzi a lei in veste lunga e cintura, in atto di presentarle i miei libri sulla controversia Whistoniana. Olivia volle che l’artista lei figuràsse un’Amazone seduta sovra di un poggiolino di fiori, in abito succinto e snello di color verde guernito d’oro, e in mano una frusta. Sofia doveva essere una pastorella in mezzo a tante pecore quante il pittore ne avesse voluto schiccherare gratuitatamente; e Mosè vestito in grande sfarzo con piume bianche nel cappello. Piacque allo scudiero la nostra idea, tanto che pregò e scongiurò di venir dipinto nello stesso quadro anch’egli sotto l’aspetto di Alessandro il grande a’ piedi di Olivia. Fu creduto da tutti noi che così volesse egli manifestare il desiderio d’essere congiunto davvero colla nostra famiglia, e parve necessario di ciò compiacergli.

Laonde il pittore si accinse all’opera; e lavorando lestamente senza divagamento, in meno di quattro giorni la terminò. Il quadro era grande; e bisogna confessare ch’egli non vi usò economia di colori, per lo che mia moglie fugli sommamente liberale di lodi. Soddisfatti noi del suo travaglio, eccoti all’impensata una sciagura di cui istupidimmo. Appena finito il quadro, ci accorgiamo che non v’ha luogo in sulla casa ove fissarlo, tanto egli è sterminato. Pare impossibile che non abbia posta mente prima alcun di noi a cosa di tanto momento; ma egli è fuor di dubbio che tutti eravamo stati oltre ogni dire negligentissimi. In vece di appagare la nostra vanità come avevamo sperato, vedi adunque quella pittura appoggiata umilmente al muro della cucina, dove era stato disteso