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CHE FRA MORTALI
Non v’è Fortuna.
L’Huom, turbato ad ogn’hor da larve infeste
Di passioni, e d’importuni affetti,
Com’esser può che di Fortuna aspetti
4Calme giamai, se in seno hà le tempeste?
Qual può riposo haver, se sempre hà deste
Le luci a i dispiacer, più che a i diletti?
Benigni influssi, e fortunati aspetti
8Di raro avvien che amico Ciel gli appreste.
Sempre hà la mente, e ’l piede errante, e vago:
Timori in sen, più che speranze aduna:
11Spesso è di mal, più che di ben presago.
Non v’è frà noi sorte felice alcuna.
Sol può Colui, che di suo stato è pago,
14Fortuna haver; se si può dar Fortuna.
Della