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Lyly che giocò sotto il divano, arrotolò un angolo di tappeto, e si mise a far capitomboli meravigliosi. Giovanna battè il piede per farlo uscire, e siccome Lyly non intese con le buone, ella lo prese per un orecchio e lo mandò via.
Paolo esclamò:
— Poverino! — E difese questa razza di animali graziosi e calunniali; il che accrebbe il dispetto di Giovanna che prese un contegno gelido e stizzoso di bimba viziata, e nonostante il suo bel vestito e le sue scarpine, quella sera riuscì molto antipatica a Paolo.
Egli se ne andò tardi, ma la visita non lo lasciò, come le altre volte, soddisfatto; e appena fu uscito, Giovanna cominciò a parlar con amarezza di lui.
Elena restò tranquilla, e disse:
— Lo avevo detto io? Ora sei contenta?
— Ma che razza d’uomo è Cosimo? — esclamò poco dopo. — Disse che ieri sera aveva conversato a lungo in francese con Paolo, mentre Paolo ci ha detto di non averlo avvicinato da due settimane.
— Chi sarà il bugiardo? — domandò Giovanna. E la domanda restò senza risposta.