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San Giovanni. Paolo le aveva fatto un dono gentile, e nelle visite seguenti l’aveva più che mai corteggiata, lasciando sempre capire che non si spiegava bene perchè non sperava nulla, perchè non pretendeva nulla, perchè era vecchio e desiderava per lei una completa felicità, quale egli non poteva darle.

Ma ella era ben sicura che, vedendosi incoraggiato, egli si dichiarerebbe di certo. Per fortuna però il suo cuoricino non era ancora toccato, e lo provavano evidentemente due fatti curiosi. Rideva senza offendersi delle pungenti parole d’Elena, specialmente quando si toccava il tasto divertente del padre di Paolo, della cui esistenza dubitavano; e dopo cena, quando donna Francesca si ritirava, ed esse rimanevano a leggere o alla finestra a disegnare ricami, ella tracciava originali e goffe macchiette che la rappresentavano a braccetto di De-Cerere. Nessuna delle caricature d’Elena era esilarante come queste macchiettine che la rappresentavano arrampicata al braccio del rispettabile sposo, al quale metteva in mano certi bastoni inverosimili e parapioggia aperti e certi gibus e code di rondini che lo rassomigliavano ad un vecchio corvo.

Ne rideva, quasi non la riguardassero, ma in fondo, quando si trovava realmente davanti al suo amico, provava un fascino dolco e arcano. L’accento di Paolo era soave ed insinuante, l’oc-