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La donnicciuola veniva per proporre a donna Francesca la compera di una chioccia con dodici pulcini, la cui padrona non voleva farsi conoscere.
Era questa un’industria di comare Franzisca; faceva spesso di queste vendite segrete, e ci guadagnava assai, perchè se, per esempio, le davano da vender per una lira un vecchio treppiede, ella lo cedeva per due lire; se le consegnavano un anello da impegnare per cinque lire, ne prendeva una o due in più per conto suo; e se gl’interessi erano il trenta per cento, ella li portava al cinquanta, serbandosi il resto.
— La chioccia è grassa, sembra una fata (nientemeno!), i pulcini bellini bellini, sono un incanto. Un prezzo vile, poi, perchè si ha bisogno di denaro: sei lire.
— Portateli a vedere — disse donna Francesca. — Combineremo poi.
— Veda un po’ — disse comare Franzisca ad Elena, sul pianerottolo — mi dia un pochino d’olio: si fa una gran carità: è per una donna malata....
— Non ne abbiamo: un altro giorno.
Ma la strega seppe così bene insistere che Elena la favorì. Era molto caritatevole, ma, cosa strana, non amava i mendicanti; però ne beneficava molti per quel profondo precetto di far bene ai poveri: non per quel che meritano, ma per quel che soffrono.