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Per non dimostrare d’esser venuta per ciò, Agada entrò da donna Francesca; si fecero mille feste, lamentandosi scambievolmente delle imposte, della cattiva annata, dell’infedeltà della gente di servizio, e di tante altre cose.
— E Alessio, sta in casa vostra?
— Sta in casa nostra. Che voleva fare, poveretto?
— Si riammoglierà! — disse Giovanna spensieratamente, non badando all’aria dolorosa assunta da Agada Brindis.
— Sì, non pensa ad altro! È tanto addolorato, invecchiato! Non sembra più lui. Vive sempre in campagna, triste.
Cominciò a tesser le lodi di Maria Piscu e le calaron le lagrime.
— Che donna ipocrita! — pensò Elena.
— Non dubitate — le disse accompagnandola per le scale — appena arriverà la risposta vi avviserò. Ma io son sicura che non arriverà nulla.
— Così mi dici? — domandò Agada fissandola.
— Eppure ho buone speranze. Costanza ha sognato l’arrivo delle signore....
— Sta fresca aspettandole! — pensò Elena — è molto furba, ma farebbe meglio a sognare un matrimonio.... col cugino Alessio!
Nell’uscire, Agada incontrò comare Franzisca che entrava.
— Ficca il naso anche qui! — pensò salutandola con un lieve cenno della testa.