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nella loro casa, e avrebbe voluto rinnovarli; ma non aveva volontà, e il suo desiderio ambizioso lo tormentava senza spronarlo all’opera.

Anche le ragazze, ricordando vagamente altri tempi migliori, sognavano ricchi matrimoni; perciò Giovanna non rifuggiva dall’idea di sposar il De-Cerere, poichè lo si diceva ricco.

Ma Elena era più spirituale, e oltre il benessere sognava l’amore; senza l’amore anzi non capiva il matrimonio.

Due anni prima s’era innamorata di un giovane studente, amico di Cosimo, distinto, ma povero. Conoscendo l’ambizione dei Bancu, egli aveva promesso ad Elena mari e monti; avrebbe studiato, occupando una buona e splendida posizione. Ella, prestandogli fede, si era abbandonata al suo primo amore come ad un soave sogno sicuro.

Ma era accaduta la solita storia: egli non raggiunse che una modesta posizione. Donna Francesca e Cosimo strepitarono perchè Elena rompesse la sua relazione amorosa, e il sogno cadde come una rosa sfogliata.

Egli era lontano, ora, e sperava sempre, ma Elena non pensava più a lui.

Ella sperava di amar nuovamente, ma non cercava, non andava incontro ad alcuna passione. Tutti i giovani che conosceva le erano profondamente indifferenti; non guardava nessuno con desiderio d’esser corteggiata, ma aspettava.