Pagina:Il tesoro.djvu/62


— 52 —


ella entrava sorridendo in salotto, e non smetteva di sorridere durante tutta la visita, neppure quando Paolo stringeva le manine di Giovanna o le rivolgeva complimenti troppo galanti. Del resto il vezzo di stringer le mani, a certi punti del discorso, Paolo lo aveva con tutti. Più d’una volta si permetteva di prender anche le mani di Elena, e tenersele fra le sue con atto affettuoso e paterno; ma ella le ritirava subito.

Però questa ed altre famigliarità, sembravano naturalissime nel De-Cerere; egli, così solenne e grave nelle vie, presso le sue piccole amiche si lasciava andare ad intimità affettuosissime; raccontava la sua vita, faceva narrazioni graziose e divertenti, e rideva mostrando tutto il meraviglioso splendore dei suoi denti.

Diceva d’aver molto viaggiato, e parlava di suo padre, ancor vivente, con tenerezza profonda: il che non impediva che Elena dicesse a Giovanna, sole:

— Dev’esser vecchio come Malusalem. Credi davvero che sia ancor vivo? Io non ci credo!

— Che sciocca tu sei! — esclamava Giovanna con stupore. — Come vuoi che parli di suo padre in questo modo, se fosse morto?

— Lo farà per dimostrare che essendo vivo il padre egli non può esser vecchio!

Da questo punto ricominciavano le questioni. Elena diceva:

— Un’altra volta mi farai il santissimo piacere