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chiedesse la mano della tale, l’accetterebbero in famiglia. Ma è una diceria.
— Non la conosce neppure — esclamò Giovanna. — E poi non ci pensa neppure! Eccolo di nuovo. Lo guardi bene se è vecchio!
De-Cerere infatti si riavvicinava, dopo aver fatto ben poca strada; era in compagnia d’un altro signore grave e solenne, ed ora non sorrise, ma gli sorrise Giovanna, fattasi improvvisamente muta; la fanciulla si volse anche leggermente a guardarlo. Elena se ne accorse e strinse le labbra pensando: — La farai con me, quando ritorniamo a casa, sciocchina!
— Non è vecchio, ma è tutt’altro che giovane! — sentenziò la signora Marchis. — Ha i capelli e la barba castani, ma chi sa che non si tinga!
— Non si tinge, non si tinge! — affermò Giovanna. — Non li ha veramente castani i capelli, li ha neri e cominciano a diventargli grigi. Quindi non si tinge. E poi non è uomo da far queste piccolezze.
— Ma che piccolezze!... (La signora Marchis se li tingeva.)
E proseguirono su questo tono finchè rividero più volte De-Cerere, e la signora Marchis si convinse che egli non poteva aver cinquant’anni, che conservava tutti i denti, tutti i capelli, tutta la barba, sebbene un po’ rada, corta e divisa sul mento.
Era piccolo, con portamento un po’ stanco ma