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— Favorisca chiamare la signorina Giovanna — disse il giudice.
Cosimo uscì, informò rapidamente Giovanna e la condusse tutta confusa nel salotto.
Ciò non le impedì di ridere graziosamente, raccontando a sua volta la storia con arguzia e disinvoltura.
Il giudice, sempre con le mani in tasca, s’era finalmente fermato e ascoltava con interesse; Elena temeva che Giovanna dicesse qualche sproposito e la guardava un po’ inquieta, ma in breve s’accorse che una leggera malizia le brillava negli occhi e a un certo punto dovette voltarsi verso il fuoco per nascondere un lieve sorriso.
Dopo quel giorno Cosimo condusse spesso in casa il giovane magistrato, e ogni sera si vedevano insieme a passeggio; e così si sparse di nuovo e insistentemente la voce che Elena e Carta-Selix si fossero fidanzati.
Quasi ogni sera Giovanni passava nella piccola strada rasente al giardinetto, ma Elena non riappariva mai più alla finestra grigia e silenziosa del salotto.
Il giovine allora andava a batter la porta di casa Bancu e chiedeva di Cosimo; s’egli non c’era, domandava alla domestica venuta ad aprire come stava la signorina Elena.
— Un po’ meglio — gli rispondevano invariabilmente. Ma Elena non si vedeva mai, nè