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La febbre prese a tormentarla continuamente; era una vertigine incessante, che le velava gli occhi e le idee; sentiva una profonda indifferenza per ogni cosa, eppur ogni cosa la disgustava, l’infastidiva e l’irritava.
Diventò come una bambina sofferente, capricciosa e molesta; ma ogni suo desiderio veniva appagato e Cosimo la vigilava di continuo. Oramai egli si sentiva mille volte più colpevole e più infelice di prima, ma s’imponeva la vita come un’espiazione; per contentar la madre e le sorelle fece dei passi onde riconciliarsi con la moglie e le scrisse una lettera savia; ma la risposta fu altera, fredda e negativa. In fondo egli ne provò sollievo, ma non lo dimostrò.
XIV.
Una sera di settembre Cosimo rientrò in casa con una interessante notizia.
— Carta-Selix, sapete, è traslocato a Nuoro!
Guardò Elena seduta accanto alla finestra spalancata ma s’avvide ch’ella restava indifferente, dondolandosi sulla sedia e col viso rivolto verso il giardino.
— Forse lo sa — pensò Cosimo.
Mentre Giovanna faceva a proposito molte