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Alessio Piscu possedeva denari, e lo disse a Cosimo. Egli sperò, e cercò subito d’Alessio.
— Non ne ho — rispose il giovane, così sinceramente che Cosimo gli credette.
Una relazione molto amichevole correva fra loro; quindi Alessio domandò a Bancu notizie sui dolorosi fatti.
Cosimo raccontò ogni cosa, e nonostante si sforzasse a parer forte, lasciò trapelare tanto i suoi affanni che Alessio si commosse.
— Tu hai fatto un brutto matrimonio! — disse semplicemente, tirandosi in avanti la berretta che gli scivolava sui nerissimi capelli. E per un momento fermò la mano sulla fronte, come vinto da un’idea decisiva. Quando furono per separarsi, pose la mano destra sul braccio di Cosimo:
— Senti una cosa — disse. — Io non ho denari, ma se tu vuoi posso procurarti le tre mila lire, e forse senza interessi...
E sorrise, un sorriso strano che gli disegnò una piega sulla fronte, e mise al nudo i suoi denti bianchi e forti.
— S’io voglio! — esclamò Cosimo. — Diavolo, s’io voglio!
— Sentimi. Dove vai domani?
— Domani? — fece Cosimo come interrogandosi. — In nessun posto. Perchè?
— Io vado in campagna. Bisogna che tu m’accompagni, per veder la persona che darà i denari.
Rimasero d’accordo, e Cosimo si rasserenò.
Deledda, Il tesoro. | 14 |