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tersi in ascolto, ma si ritrasse inorridita vedendo zia Agada ad origliare sul portico. Sentiva bene che l’indomani l’avrebbero vergognosamente scacciata; forse avrebbero convinto Alessio a dimenticarla.... e mille orribili idee le tempestavano la fronte. Pensò di fuggire, di suicidarsi se Alessio la dimenticava; e aveva poi una gran paura, una gran vergogna di ripresentarsi a Salvatore Brindis.... Affondando la faccia sul letto, per reprimere i singhiozzi convulsi, vedeva il viso colorito e gli occhi rossi del padrone che la fissava acutamente con l’espressione dell’altra notte, e sentiva la sua voce, le sue parole severe e affettuose che l’avevano costretta a pianger davanti a lui.

Quella notte, per fortuna, egli era in campagna; altrimenti non avrebbe certo pazientato fino al domani per mandarla via. Ma l’indomani egli ritornava, e Dio sapeva che scandalo doveva accadere. L’indomani invece, quando egli rientrò, non s’accorse di nulla, ed ella vide con stupore che non solo non la scacciavano, ma non le rivolgevano neanche la minima allusione al fatto della sera prima. Alessio potè finalmente uscire, ed anzi si fece un po’ di festa per la sua guarigione e per la vendita dei porci conclusa quel giorno con un negoziante di Cagliari: vennero degli amici, bevettero, e Salvatore si prese una sbornia numero uno.

Dopo vari giorni Cicchedda seppe da Alessio