Pagina:Il tesoro.djvu/21


— 11 —


sarebbe subito liberato dai debiti e avrebbe acquistato dieci o dodici tanche e un migliaio di vacche. Costanza non comprendeva altrimenti la ricchezza; non pensava ai danni e ai fastidi che una sì improvvisa e colossale fortuna poteva recare, ma solo agli utili e al modo di corbellare la signorina Honoré. Se fosse possibile non darle nulla? No, poveretta, bisognava darle qualche cosa e procurarle un buon marito. E Costanza pensava già ad un loro parente signore, avvocato, giovine e distinto; ma bisognava aver prudenza perchè egli non intralciasse la faccenda e non si appropriasse di tutto...

Per tutta la sera Agada e la nipotina non avevan discorso nè parlato di altro, aspettando il ritorno di Salvatore, del quale avrebbero volentieri fatto a meno se avessero avuto la somma da spedire a Parigi per il viaggio delle due signore. Ma qui era il guaio perchè zia e nipote non avevano denari; probabilmente non ne aveva neppur Salvatore; ma egli poteva facilmente procurarsene.

Ed ora una sola parola faceva crollare tutto il sogno; Costanza sulle prime si ribellò.

— Ma che truffa, ma che truffa! — disse a bassa voce. — Mi pare impossibile; come mai si sarebbero rivolti proprio a zio Salvatore? Giacchè hanno saputo che esisteva, avranno anche saputo che non è così stupido da lasciarsi truffare. Domani gli spiegherò io....