Pagina:Il tesoro.djvu/209


— 199 —


A lungo, a lungo, nella notte vegliò: e l’ebbrezza misteriosa cresceva con lo splendore delle stelle, con la intensità rorida delle fragranze notturne. Ogni cosa ed ogni avvenimento, il passato, il presente e l’avvenire svanivano: restava soltanto l’ora, l’attimo fuggente, che valeva per secoli. Se Paolo fosse stato vicino nella realtà, come ella lo sentiva nel sogno, il gaudio non sarebbe stato più pieno e sovrumano di così.

Più che il sonno, la vinse a notte alta una specie di incantesimo dolcissimo e profondo. Solo allora, vinto dall’incanto, il cuore finalmente confessò a sè stesso il suo mistero.

Disse tremando:

— L’amo!

Da gli occhi socchiusi della spirituale creatura scesero allora due lagrime; ma egli era sempre vicino, e furono le sue labbra di mago che asciugarono le due lagrime e chiusero gli occhi sognanti.