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saliva. Tutte le stelle che cominciavano a tremare in cielo, purissime e splendenti come lagrime di diamante, incoronavano la sua fronte; tutti i profumi del maggio fresco, della terra fiorente, odoravano, divini aromi della vita e dell'amore, nel suo cuore. Ciò che fece nel resto della sera, non lo ricordò poi che come in un sogno.
Vagò nel giardinetto, nascose il viso fra le rose, e il suo respiro narrò alle rose che nelle lor foglie, nel loro acuto profumo, ritrovava una sbiadita impressione dei baci che il suo lontano amico le mandava.
Ma era troppo piccolo il giardinetto, dove il vezzoso e Innamorato Lyly correva pazzamente, mettendosi in agguato davanti alla sua signora e attraversandole il passo con salti meravigliosi, per richiamare, ma invano, la sua attenzione.
Ella avrebbe voluto percorrere campi vasti come il cielo, e andare.... andare... fino a lui, che pur le era così vicino, che con la brezza le copriva il volto d’ineffabili baci.
E si sentiva leggera come la brezza, si sentiva alta fino alle stelle, e sottile e delicata come lo stelo dei fiori. Un’anima invisibile, che solo l’anima sua vedeva, impalpabile così che solo l’anima sua poteva toccarla, la seguiva, l’avvolgeva in un nodo forte che più nessuna cosa poteva sciogliere, e la trasportava ad altezze immense.