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si trovò appoggiata al braccio di Stefano, ebbe voglia di piangere.
— Non si ricordava? — domandò il giovine, guardandosi la punta dei piedi; e siccome ella non rispose, pensò con dispettosa pietà: — Povera creatura!
No, Maria non ricordava di avergli promesso il primo giro, e ballando gli pestò i piedi, perchè vedeva le pareti muoversi vertiginosamente in giro, le candele e le sedie roteare, le coppie aggirarsi intorno a sè stesse con gioco ridicolo e puerile.
Fra tanto caos notò Cosimo Bancu entrare dando la mano alla fidanzata, vestita di bianco, scollata, con una brillante catena d’oro intorno alla gola d’alabastro. I due fidanzati si misero a ballare, e da quel momento Maria non vide più che il collo di Peppina, e la catena d’oro che brillava a intervalli come una stella filante.
Stefano ricondusse la sua piccola dama che quasi non respirava più; mentre ella si sedeva passarono Cosimo e Peppina, parlando fra loro, e il vestito bianco della fidanzata, che spiccava come un giglio fra i costumi rossi delle altre signore, le sfiorò il velo.
Maria ne provò un’intensa tristezza: eppure Cosimo tornò a fissarla da lontano, e al secondo ballo le si avvicinò dicendole con famigliarità: — Questo è promesso a me, non è vero?
Ella s’alzò rigida e fredda, chinando la testa,