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sedeva graziosamente traverso una sedia, appoggiando un braccio alla spalliera, in modo che appariva di profilo, con la splendida gonna abbandonata sul davanti; e il velo che le cadeva sul fianco, la copriva tutta vaporosamente.

Cosimo la guardava ammaliato; gli sembrava che il profumo di viola, sentito mentr’ella gli passava vicino, si spandesse per tutta la sala e, siccome Peppina non era ancor giunta, desiderava vagamente che non arrivasse.

Perchè? E perchè provò una specie di irritazione nervosa pensando che quello sciocco di Stefano, suo predecessore nel cuore di Peppina, poteva diventargli successore nel cuore di Maria?

Sentendosi osservato da lui, a un certo punto, per fargli dispetto, mentre gli accordi del piano coprivano il chiacchierìo delle donne, e gli uomini, un po’ ridicoli nelle loro mosse falsamente corrette, correvano attraverso la sala in cerca di dame, s’avvicinò a Maria e inchinandosi l’invitò a ballare.

Ella, tutta rossa nel suo gran velo di fata, si confuse, non osò guardarlo, e si alzò; ma mentre Cosimo le porgeva il braccio, apparve il volto impassibile di Stefano.

Maria, nella sua confusione, lo scorse come attraverso il velo, e vide la sua gran bocca aprirsi ad un sorriso strano e parlare. Non udì le parole, ma vide Cosimo allontanarsi; quando