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caso straordinario Cosimo sollevava gli occhi e la guardava, o inconsciamente o indifferente, ella ne soffriva. La sua massima angoscia poi era il dubbio che egli indovinasse il suo segreto amore.

Maria, udendo ch’egli era fidanzato, si svegliò come da un sogno: la gelosia le fece comprendere molte cose fino ad allora ignote, e cominciò a soffrire: la sua prima impressione fu che non le era più lecito di aspettare il passaggio di Cosimo, nè di vederlo. Che farebbe dunque tutta la giornata? Il mondo le crollò intorno, con la sensazione del vuoto che apporta la caduta di un sogno, la rottura d’una cara e dolce abitudine.

Per tre giorni Cosimo non rivide la testina di lei alla finestra, e ne provò una vaga inquietudine. Era malata la piccina? Avea forse saputo la novità? Voleva domandarne alle sorelle, ma non lo fece per orgoglio: la curiosità però lo pungeva, e un giorno incontrando Piana nella via le disse ridendo: — Piana, piano!

— Cosa comanda la vossignoria?

— Come stai? — e le tirò un pizzicotto di cui ella, grassa com’era, non s’offese punto.

— Bene, grazie a Dio — rispose.

— E la tua padroncina, come sta?

— Bene anch’essa, grazie a Dio.

Rientrando, Plana trovò che Maria, seduta al fresco della scala, faceva melanconicamente la