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VIII.


Il cinque agosto, giorno del suo onomastico, Maria Nevina Spina seppe per la prima volta la triste notizia.

Il signor Peppe Spina, che adorava la sua figlietta, avea comprato dolci e rinfreschi, invitando qualche collega impiegato per festeggiare l’onomastico di Maria. Ed ella, così graziosina, facendo gli onori di casa assieme alla grassa domestica, sua amica e sua guida, indossava il vestito nuovo, il bianco, e aveva le guance delicate insolitamente tinte di rosa. Era molto bellina così, coi chiari occhi tanto limpidi eppur tanto profondi, con la bella treccia pendente.

Aveva diciotto anni, ma ne mostrava quindici: un signore, facendole gli auguri, s’era permesso di regalarle un pizzicotto sulla guancia sinistra.

Vennero anche due signore, e a un certo punto cominciarono a sparlare dell’avvocato Cosimo Bancu, e Maria tese le piccole orecchie trasparenti, che diventarono di corallo. Ella non poteva, nè voleva parlare per difendere il suo vicino, e chinò dolorosamente i grandi occhi chiari.