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una specie di delicatezza signorile, che spiccava vieppiù accanto alla ruvidità di Salvatore. In fondo lo zio era più di buon cuore, ma si mostrava duro, insolente e volgare, mentre Alessio odiava la volgarità.
VII.
Zia Agada restò grandemente mortificata ed afflitta per le risposte date dalla maga a Costanza. Tirò dal suo fuso un filo lungo come la disperazione e disse:
— È inutile! Non siamo nati per aver fortuna! — E avvolse il filo sospirando.
— Eppure nessuno mi leva di testa che Elena sappia qualche cosa. Abbiamo fatto male.
Costanza comprese ciò che avevano fatto male, e chinò la testa, guardandosi il grembiale e rimpiangendo quello dato alla sorella della maga.
Da quel momento le due donne caddero in una profonda melanconia; era troppo doloroso perdere ogni speranza. Che il tesoro esistesse ne erano ormai più che sicure, ma di ritrovarlo non speravano più; pure, in fondo, una speranza vaga, insensata, ricacciata e non confessata, restò: era la speranza dell’ignoto, di ciò che po-