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oneste e stimabili persone che più o meno le posseggono. Queste forse dimostrandovi gli errori che racchiude il vostro sistema delle tariffe, vi avrebbero riportato naturalmente a quella dottrina di cui l’illustre e sventurato Pellegrino Rossi diceva «essere giunto il tempo d’invitar pure tutte le classi laboriose alla cognizione delle prime nozioni ». Non discolpa il difetto di prudenza civile nel gettare sulla piazza certe questioni e in certi modi che raccolte da mestatori pubblici farebbero impensierire qualunque governo. La vanità vi ha spinto per una via sconosciuta senza altra guida che del vostro desiderio, e vi ha trascinato ad una meta del tutto opposta a quella che ricercavate. Voi pretendevate di ottenere una utilità pubblica, senza considerare se questa utilità per quanto era possibile già si godesse senza il bisogno della vostra legge. Utilità indotta spontaneamente dalle condizioni in cui si trova attualmente il commercio di questa industria, che nou sapula rilevare, vi fece dichiarate paladino di un sistema condannalo per tanti titoli alla dimenticanza. Se s’interroga il massimo numero dei consumatori sulla utilità che gli avete portato sentirete rispondervi: Voi ci avete tolto la comodità di avere un pane a quel prezzo che si voleva, e così vi siete reso l’arbitro del nostro gusto, l’economo del nostro denaro. Voi c’impedite di avere il pane di quel volume, di quel peso che ci piace, lavorato a nostro