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incerti su cui il governo poteva ritrarre il prezzo quasi certo di esso, e darne il precetto nella vendita ai fabbricatori. Pure, malgrado la sicurezza di questi estremi che sembrano rappresentare tutti gli elementi per la formazione di una giusta tariffa, esistono memorie che dimostrano esser corsa praticamente tutt’altro la faccenda.

La celebre tariffa Paolina, perché opera di Paolo V, nel 1606 fu dovuta riformare in onta alla perpetuità del sistema annonario, da Benedetto XIII nel 27 Settembre 1729, perchè evidente si mostrò la rovina di moltissimi fornari. Nè bastò questa riforma a ripararne il danno, poichè il governo dei Pontefici stimò opportuno nel 1742 sussidiare questa classe d’industriosi di scudi settemila, qual sussidio fu ripetuto nel 1743. Clemente XIV nel 1764 riconobbe giusti i reclami dei fornari, ed ordinò che si riformasse la tariffa Benedettina, e malgrado ciò risulta da un Chirografo di Benedetto XIV che a titolo di sovvenzione furono distribuiti ai fornari trentamila scudi. Convenne finalmente (prima del Motuproprio di Pio VII che accordava la libertà di commercio, abolendo il sistema annonario, e il privilegio universitario delle classi industriose) riformare la tariffa ancora una volta, ciò che avvenne nel 1787, per cura del Prefetto annonario Monsig. Della Porta.

Questi fatti dimostrano quanta apparente giustificazione avesse il sistema della tariffa nel-