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a fare a proprio comodo innalzare la tariffa.
Questa cautela della legge, fondata sopra un atto di disistima reso di pubblica ragione, è pure un atto di benemerenza che il Municipio romano prodiga a una parte de’ suoi amministrati. L’immoralità respinta dalla vostra ingiustizia, troverebbe mille ripieghi per illudere questa cautela, e mille ragioni potrebbero muovere ì possessori dei grani non fornari a dar voce di aver venduto a prezzo maggiore la loro derrata. Ci salvi Iddio dallo spirito di menzogna!
Ci è grave abbastanza il riconoscere nella disistima un’affezione dell’animo, che ha l’attributo di riflettersi potentemente, e creare fra gli enti che la soffrano più vergogna che utilità.
Quello che v’ha di rimarchevole in quest’articolo è che ragioni di così poca convenienza non dovevano promuoverlo, perchè nasconde una verità che riesce a danno gravissimo. La scarsezza delle seminagioni in tutta l’estensione dell’agro romano, crea nella nostra Roma il bisogno delta importazione dall’estero, e della introduzione dal nostro piccolo Stato di sopra centodieci, o centoventi mila rubbia di grano all’anno. Varii negozianti, che hanno pure del forni, si occupano della ricerca e della immissione di questa merce. Tale ricerca non è fatta sull’idea generica di una speculazione che abbraccia ogni possibile offerta, la quale possa rendere un utile nella rivendita;