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§. VII.


Se fu doloroso adunque per lo passato tollerare le conseguenze di questo stato d’incerta equità sui principii che servono di base alla formazione della tariffa, oggi che il progresso delle idee e dei bisogni ha condotto l’industria panifattiera ad un ordine più elevato d’importanza commerciale, le sue conseguenze sono affatto intollerabili. E sembra incredibile che salili lo scranno del Municipio uomini di buona fede, col vanto di esser giusti e benefici, abbiano rinvigorita una legge, questa del 16 Dicembre 1865, riprendendola dalle sue vecchie radici come esisteva 30 anni addietro; anzi inasprendola di tali rigori che ripugnarono adottare in passato, o non immaginarono neppure di adoperare. La condizione dei fornai di Roma, che offrono un pane per salubrità e per pregio di lavoro, se non superiore a quello di ogni altra Città raffinata nel gusto, a nessuna può dirsi secondo, è divenuta peggiore di quella del fornajo del più piccolo paese, ove se esiste la tariffa perchè è solo, il Municipio gli lassa la merce, ma gli fa bene i conti e lo lascia vivere colla sua industria, se esige, non lo angaria; se vigila, non lo perseguita.

La legge del 10 Decembre del Municipio Romano all’Art. 6 esclude, fra le spese, il salario