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pane sia pur fabbricato della farina di qualsivoglia qualità di grano. Falsità di principio, ingiustizia di applicazione! Il fornaio che paga meno il grano, perchè è d’inferior qualità, ha pure minori i prodotti e daravvi un pane che non può primeggiare nella vendita. Il fornaio che paga il grano, i sommi prezzi della piazza, se ha un prodotto corrispondente deve vendere questi prodotti ossia un pane di qualità superiore al medesimo prezzo del pane dell’altro che usa i grani inferiori. Intanto l’uno forse guadagna, l’altro rimette. Ho dello forse guadagna, perchè la norma immutabile dei prodotti nei calcoli della tariffa è pur la falsa petizione di principio, che danneggia chi usa anche i grani inferiori.

Quando i grani che si consumavano in Roma erano tutti dell’agro romano, o dei paesi circostanti, poca poteva essere la loro differenza circa i prodotti, ed il difetto veniva in parte compensato dalla maggior quantità dei sfiuti, cioè dalle semole, tritello e codetta, da cui pure si ricava un prezzo; e perciò la norma dei prodotti tariffati poteva esistere senza enormi differenze. Ora è ben altrimenti, che sul nostro mercato vengono grani di tanto inferiori a quelli nostrali che reputavamo di bassa estimazione. Questa grani danno un frullo minore di quello che è norma nella tariffa, ed intanto il loro basso prezzo danneggia il prezzo dei grani buoni sul calcolo della media; e chi