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vincolato commercio del pane. Giovi ricordare alcune parole di questa, che sonano contro il sistema della tariffa, una condanna solenne perpetua come innanzi avea risuonato in molti altri paesi civili. «Considerando, sono le sue espressioni, che la tariffa sul peso, c sul prezzo del pane ed ogni altro vincolo all’assoluta libertà del Commercio oltre tanti altri disordini riconosciuti e confermati dall’esperienza, impedisce quei salutari effetti che dalla libertà stessa derivano, per la concorrenza dei commercianti da cui naturalmente consegue a vantaggio del popolo la diminuzione dei prezzi». Si aboliva dunque solennemente.

Succedute le malaugurate vicende del 1849 e tra queste dispersa una parte di Civile rappresentanza che aveva reso chiaro il suo nome, il resto si confuse ad attraversare vicende politiche di cui è doloroso il ricordo. Fatto è che inaugurata la restaurazione della legittima autorità, in luogo del Municipio fu stabilita una Commissione a cui successero altri uomini, che chiamando a censura quest’atto di sapienza economica vi scorsero il carattere del tempo anziché il risultato di una verità utile al Governo ed ai popoli.

Cosi il 5 Settembre 1850 fu veduto con sua Notificazione riordinata quella tariffa dianzi condannata all’oblio come insapiente ed ingiusta. E la lotta si ristabilì fra l’Autorità che imponeva una