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sarono il loro danno sotto lo spirito di coazione su cui veniva basata.
Il 3 febbraio 1838 fu emanata la prima tariffa estratta sui dati delle calcolazioni enunciate, eseguite per opera di Gio. Battista Franceschi, e il suo nuovo scalone non ebbe altre modificazioni che quelle che importavano — le maggiori spese — il maggior dazio di consumo — lo spiano non più di due rubbia di grano, ma di tre al giorno per ciascun fornaio. Questa legge quanto poco inconsulta, e tanto meno opportuna per lo scopo che si voleva raggiungere, accompagnata da severi atti di fiscalità, sorvegliata nella sua esecuzione da certi ministri che non vale il lezzo di ricordare spinse i fornai dopo pochissimi giorni a muovere istanza all’Em.o Gamberini Segret. di Stato, perchè venisse modificata la legge, specialmente in ordine a certe spese trascurate a loro danno. Ma non bastava che ciò venisse riconosciuto per giusto. Esposti a continua perdita d’interesse non poteron tollerare di restarsene silenziosi, e continui reclami avanzarono ai Magistrati contro l’aggravio che risentivano dagli estremi su cui veniva basata la tariffa. E poichè appellare a’ Giureconsulti per invalidare sulle sue enormità, e distruggere la legge, era reso impossibile, se non altro dai tempi che avevano fatta della legge tariffale una emanazione sovrana, interposero i buoni uffici della Camera di Commercio a cui diressero una