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XII.


Il pranzo fu triste: anzi, Remigio non avrebbe voluto nè meno mangiare. Quella minestra e quel lesso, che avrebbe pagato a fin di settimana con i denari della cambiale, non gli andava giù. Per non parlarsi di cose che li avrebbero inquietati, tanto egli che Luigia tacquero sempre e affettarono d’avere fretta.

Il venerdì di quella settimana il Pollastri con il suo scritturale andò alla Casuccia; per fare l’inventario.

Remigio e Luigia lo seguivano, indicando gli oggetti, da una stanza all’altra; suggerendosi tra sè, sottovoce, prima, come dovevano dirgli.

Il Pollastri era di una gentilezza ironica, mentre il Lenzi guardava tutta quella roba con l’aria di aver perso il modo di doventarne il padrone. A mezzogiorno, finirono.

Mangiarono, raccontando parecchie barzellette; senza vincere, però, una specie di pesantezza che pareva sopra a loro.


Tozzi. Il podere. 6