Pagina:Il podere.djvu/75


— 63 —

in Piazza dell'Indipendenza; dove l'avvocato Neretti aveva lo studio.

In Piazza dell'Indipendenza c'erano soltanto tre carrozze ferme; più ferme del monumento all'Italia; ed egli, salendo le scale dello studio, sentiva piegarsi le gambe.

L'avvocato non c'era; ma lo scritturale, Giangio, gli disse:

— Per quell'operazione al Banco di Roma ci devo pensare io. Questa è la cambiale e questo il borderò.

Remigio si sentiva scosso da un fremito che ancora non aveva mai conosciuto; e lo abbatteva come se durasse una fatica enorme. Con il viso pallido, sorrise:

— Io non so come si fa.

Giangio glielo spiegò, ma Remigio non riuscì a capire. Allora gli dettò quel che doveva scrivere, indicandogli dove; poi, vi pigiò sopra il torchietto della carta sugante:

— È fatto; non se ne preoccupi. Penso io a portare ogni cosa al Banco, perchè le cambiali nuove devono essere presentate oggi. E, domani, dopo mezzogiorno, lei può passare da sè a prendere il denaro. Se crede, prima venga qui da me; e ce lo porterò io. Sono tremilasettecento lire, meno quelle dello sconto. Ah, l'avvocato, ieri, se ne prese subito cura, e, per mezzo suo, il direttore del Banco ha subito acconsentito!