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— E allora bisogna che io faccia una cambiale.
Ella riabbassò la testa e disse sottovoce:
— Fai come vuoi: io non ti ci dico niente. Ti dico, però, che te ne pentirai.
Egli si mise a battere con le dita su i vetri, così forte che avrebbe voluto romperli: stringeva i denti e si sentiva come irrigidire.
Luigia non riusciva più a cucire, le tremavano le mani e le lagrime le venivano alle ciglia.
Remigio, voltatosi a lei, le disse:
— E forse, non sa che dovrò dare a Giulia ottomila lire?
La matrigna, per non essere costretta a rispondergli che lo sapeva, lo incoraggiò:
— Vedrai che non le avrà! Almeno, io non so perchè dovrebbe averle.
— Ma lei ci ha più parlato con quella ragazza? Se avesse un poco d'orgoglio, mi pare, non ci dovrebbe parlare.
— Mi salutò l'altro giorno, e vidi che aveva intenzione di fermarmi; ma io finsi d'aver fretta e tirai di lungo.
— Se è vero, fece bene!
Luigia era alta e magra, con un musettino a topo e le palpebre che sembravano appassite e vizze; il labbro di sotto sporgeva da quello di sopra come quando si vuol fare un vezzo: il mento era piccolo; ma,