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Il Pollastri, che aveva preso in mano una penna della mezza dozzina che ce ne aveva su la scrivania, scosse la testa e rispose:
— Io non so più quel che dirle, da quando capisco che lei non confida più in me.
— Mi dia prima la risposta della matrigna!
— Non ho da darle niente.
Il giovane, mortificato, si passò una mano su la fronte; e, poi, disse più affabile che poteva:
— Mi spieghi, almeno, come il signor Lenzi mi darebbe i denari: capisco bene la sua buona intenzione! Non lo nego.
— Vorrebbe che il mio amico le prestasse i denari senza una garanzia?
— Questo no di certo.
— È la prima volta che egli si arrischia a entrare in un simile ginepraio. E lo fa anche perchè era amicissimo del signor Giacomo. Penserò io a tutto. Si figuri che egli è disposto ad accettare un'ipoteca per venti anni al sei per cento. Lei ha tempo venti anni, venti anni dico, alla completa restituzione. Ma non solo: se non potrà pagare le rate e anzi avrà bisogno di altro denaro, glielo presterà alle stesse condizioni della prima volta.
Ormai, Remigio era quasi convinto; e il Pollastri, accortosene, proseguì:
— Vuole oggi stesso un acconto? Se non ce l'ha lui nel portafogli, quel che manca lo
Tozzi. Il podere. | 4 |