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la Casuccia. E, se non la prendo io, chi sa in quali mani cattive va a cadere! Invece, merita che la prenda una persona come me. Non è vero, forse?

E ambedue si guardarono fisso, con gli occhi egualmente scintillanti; che li abbarbagliavano a vicenda. Poi, il notaio sospirò:

— Tra noi non c’è bisogno di discorrere troppo: ci s’intende alla prima, e non manchiamo di parola.

Piegò un foglio di carta bollata; e disse, sempre con la stessa voce:

— Qui copierà quel contratto, che dev’essere firmato domattina. Si ricorda quale?

Il Lenzi lo trovò e glielo mostrò. E il Pollastri, non avendo nient’altro da fare, andò a prendere il bastone, in un cantuccio della stanza; si mise il cappello, senza guastare la scrinatura a taglio; ed escì canticchiando un motivo del Verdi.

Il giorno dopo, a Remigio si mostrò più premuroso del solito; e il giovane, credendo che dipendesse dall’averlo ormai convinto a far tutto con sollecitudine, non stava in sè dalla contentezza e dalla fiducia. Già, gli aveva fatto un buon effetto che il Lenzi, per salutarlo, si fosse addirittura alzato da sedere.

La voce gli tremava, e si aspettava che il notaio gli comunicasse l’accordo ottenuto