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Il giovane, impallidendo, si alzò di scatto:
— Mi fa causa?
E tentò sorridere, per essergli simpatico e per mostrarsi fiducioso di lui:
— Come può farmela?
Il Neretti, burlandosi dei modi di Remigio, vedendolo così esaltato e nello stesso tempo smarrito, aggiunse con un dispiacere sincero, perchè era buono:
— Dice che avanza da te ottomila lire.
Remigio rimase così sottosopra, che non capì più niente. L'avvocato, lasciando prima che quell'emozione diminuisse, lo richiamò in sè minacciandolo; anche con lo scopo di conoscere, per sua curiosità, se aveva ragione o torto:
— Le deve avere, sì o no?
— Se le dovesse avere, gliele darei. E come l'hai saputo?
Il Neretti battè il pugno su la scrivania, come se non gl'importasse nè meno di sfondarla:
— Di questo non te ne devi occupare.
Ma, per attenuare l'effetto che gli vedeva anche nel viso, aggiunse:
— Ho visto la domanda per ottenere il gratuito patrocinio, che fa il suo avvocato, il Boschini.
— E allora?
— Allora, aspetteremo; e noi ci opporremo. Vedremo le ragioni che portano! Sei
Tozzi. Il podere. | 3 |