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V.


Parecchi conti, più o meno veri ed esatti, giunsero in una settimana alla Casuccia: il fabbro avanzava tre annate, il carraio due, il droghiere aveva da riscuotere ottocento lire, il farmacista settecento, il dottor Bianconi novecento; altri medici, chiamati a consulto, cento; poi, c’era da pagare la cera del trasporto funebre, la cassa, il prete, il marmista per la pietra sepolcrale: in tutto, tremila lire, da aggiungersi alle ottocento dei diritti di successione.

Anche Remigio andò da un avvocato; perchè gli pareva che il Pollastri avesse un modo di fare tutt’altro che fidato. Al ginnasio, aveva conosciuto uno studente del terzo anno di liceo; e poi s’erano rivisti per la strada. Questo suo amico, al quale egli non aveva più parlato da anni, era l’avvocato Mino Neretti.

Remigio sperava di spendere meno che da un altro, e di essere consigliato bene. Tuttavia, la prima volta che gli riparlò, tre-