Pagina:Il podere.djvu/35


— 23 —

IV.


Giulia, la notte innanzi che Giacomo morisse, buttatasi vestita sul letto, non aveva dormito. Tendeva l’orecchio ad ogni rumore della strada e a ogni tramestio della casa; ma la rabbia la sfiniva sempre di più, e la mattina non aveva forza di reggersi in piedi. Allora, rinfrescatosi il viso con l’acqua, andò ad assicurarsi da sè che il moribondo ormai non avrebbe potuto più dire niente al notaio; anche se fosse venuto prima dell’alba.

Tornò nella sua camera, si racconciò alla meglio il vestito che sul letto le si era spiegazzato; e pensò di correre subito a farsi consigliare da qualcuno.

Scacciata da Remigio, andò in casa della zia; e, con lei, dall’avvocato Renzo Boschini, che ambedue conoscevano da prima, per un’altra faccenda.

E scelsero bene; perchè il Boschini non sentiva scrupoli; o, per lo meno, li sapeva quietare. Quando gli riesciva, si faceva pa-