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Luigia, guardatolo un poco, gli chiese:

— Perchè non andiamo insieme dal notaio Pollastri?

— Lasci che prima venga a fare l'inventario.

— Io ho fretta soltanto allo scopo di fare le cose bene in regola; e in modo che fra me e te non ci sia mai niente da ridire.

Egli s'impazientì.

— Ho capito! Ho capito! Ed io voglio fare lo stesso.

Ma ella cominciò a lagrimare, guardandolo fisso: con gli occhi spalancati. Egli abbassò la testa, per dire:

— Mi pare impossibile che della mia povera mamma non ci sia rimasto nè meno un anello! E pure mi pare che mio padre non avesse dato niente a lei di quelle cose!

— No; non voleva nè meno che toccassi il cassetto. Mi regalò una catena d'oro quando ci sposammo; ma la comprò proprio allora, a posta; e poi, non ho avuto altro.

— E dove è sparita, dunque, la roba? Vuol dire che è stata rubata.

— Chi vuoi che te l'abbia rubata? È impossibile.

— Giulia, forse.

Ma la matrigna alzò subito la voce; e gli disse:

— Io non ne so niente: bada di non comprometterti.