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II.
Remigio, svegliandosi, sentì ch’era sudato. Un senso di scontento, quasi di rimpianto, gli invadeva l’anima; e, ricordandosi, come un peso improvviso, che suo padre era stato sotterrato la sera innanzi, richiuse gli occhi: credendo di poter dormire ancora. Ma, sbadigliato, due o tre volte, andò ad aprire la finestra.
Lontano, dalla Montagnola, bubbolava; e le nuvolette primaverili attraversavano il cielo, come se sobbalzassero. Il ciliegio, dinanzi alla finestra, aveva messo le foglie; e i tralci delle viti, le gemme. I grani, d’un pallore quasi doloroso, luccicavano; perchè la notte era piovuto.
Tutte queste cose le aveva viste anche i giorni innanzi; ma, quella mattina, capì che gli sarebbero piaciute per la prima volta; e che doveva amarle, perchè non c’era altro per lui.
Vestitosi in fretta, scese le scale; evitando di parlare con quelli di casa; e si trovò con Berto.