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cominciò a fare gli sforzi con tutto il corpo che cambiava continuamente di forma: e, di fuori, si vedevano i rivoltoni che faceva il vitello. Tordo disse:

— Mi pare che il vitellino dentro si mova troppo. Deve farla patire parecchio.

Picciòlo la guardò e aggiunse:

— Speriamo che sant’Antonio l’aiuti.

Mentre parlavano a quel modo, cominciò a venire fuori una zampa. Lorenzo disse:

— Bisogna tirare noi il vitello, perchè questa vacca non avrebbe forza a farlo escire da sè.

— Prendiamo un cencio, per avvolgerlo alle mani. Altrimenti, sguisciano e non si può fare niente.

Trovarono una mezza balla, e ne fecero due pezzi: una la prese Lorenzo e una Tordo. La vacca, come se avesse capito, si sforzava sempre di più; e la zampa si allungò. Allora, Tordo l’afferrò; tirandola forte tutte le volte che la madre faceva lo sforzo.

Picciòlo gli disse;

— Attento di andare a tempo con lei. Quando riposa, state fermo anche voi.

Poi, apparve anche l’altra zampa; allora Lorenzo, l’afferrò come Tordo. Dopo un minuto, il vitellino nacque. La vacca, che era stata slegata, cominciò a leccarlo. Ma il vitello teneva gli occhi chiusi, aveva il