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allungata e ravversata. Picciolo si raccomandava gridando:

— Pigliatelo, perchè c’è caso che si spezzi una gamba! Allora, bisognerebbe mandarlo al macellaio. La colpa è mia, perchè l’ho detto io di cavarlo dalla stalla!

I suoi figlioli, aiutati da Tordo, correndo fino alla Tressa, tutti sudati, riescirono a metterselo in mezzo e a ripigliargli la fune. Berto non s’era mosso; e disse, scotendo la testa:

— Vecchio rimbambito! Son sciocchezze che fanno rabbia!

Remigio, che trovava nelle parole di Berto quasi sempre un suggerimento utile, ebbe l'idea di rimproverare Picciòlo:

— Perchè vi siete fatto buttare in terra?

— Se chi è più forte di me non stesse soltanto a guardare, il vitellino non scappava.

Berto gli diede un’occhiata di traverso e sputò, pulendosi poi la bocca e i baffi a una manica. E Remigio disse a Moscino, che riportava la bestia:

— Mettilo nella stalla.

Il vitellino, scontento di non stare più fuori, guardava sempre a dietro, mugliando. I contadini si lavarono le mani al secchio del pozzo, e andarono a cena.

Tirava un vento caldo e pesante, che levava il respiro; e pareva che dovesse far